domenica 3 gennaio 2010

LA ZIA MARCHESA - Simonetta Agnello Hornby


Sapete chi è l'elegante signora raffigurata nella foto a fianco?
No, non è la nonna di Helena Rubinstein.
E' un avvocato.
Londinese. O meglio, siciliano, ma residente a Londra, causa matrimonio con un autoctono. Specializzato in cause di maltrattamenti ai minori et similia.  
E ormai avete capito chi è. E' Simonetta Agnello Hornby, portata agli onori delle cronache letterarie col romanzo che l'ha fatta conoscere al mondo, per quanto non fosse il suo primo lavoro come scrittrice. La mennulara.
Ed è infatti proprio della Mennulara (cioè la raccoglitrice di mandorle, in dialetto siciliano) che vorrei parlare
Non ho conosciuto i lavori della Agnello Hornby tramite questo celeberrimo romanzo, ma tramite  uno più...negletto, quasi dimenticato, in confronto: La zia marchesa.
Un romanzo che ricorda molto il Gattopardo sia per il luogo di ambientazione, sia per il periodo storico preso in considerazione  e forse anche un po' per lo stile, che ricorda vagamente Tomasi di Lampedusa. Nel romanzo della Agnello la storia d'amore è più marcata e predominante rispetto al contesto storico ed alla narrazione dei cambiamenti storici in una Sicilia che pian piano sta vedendo scomparire il potere dei vecchi latifondisti per l'affermarsi sempre più pregnante di connivenze politico-borghesi che fungeranno da background per il nuovo potere nascente, la mafia. Ma è un romanzo che coinvolge, mai pesante, che si legge volentieri e si ricorda, come anche "Boccamurata", che però mi sembra ricorrere troppo allo scandalo sensazionalistico per attrarre attenzione e che trovo comunque meno immediato.
Non così coinvolgente la Mennulara, che ho trovato pesante e macchinoso, quasi astruso, direi, sfociante a volte nell'assurdità al limite del grottesco, soprattutto nell'ultima parte.
Così mi chiedo: quali strategie fanno portare un romanzo mediocre, secondo me, agli onori delle cronache e uno migliore nel dimenticatoio? Quali tattiche editoriali sono state portate avanti per spingere un prodotto piuttosto che un altro? Forse si fa un sondaggio sull'utenza media di lettori e si valuta quanto siano lettori "onesti" e quanti invece abbiano bisogno di artifici letterari, di misteri alla Dan Brown o altre sciocchezzuole per riuscire a terminare un libro?
Ad ogni modo a me gli scritti della Agnello, e in fondo anche "la mennulara", piacciono: la consiglio!

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